Arriva il venerdì, e quindi arriva anche il nostro appuntamento settimanale con la rassegna stampa FocusOn!
Questa settimana è stata sicuramente più riposante, perché abbiamo festeggiato anche la nostra Repubblica.
E di che cosa abbiamo parlato la scorsa settimana?
- della possibilità di prevedere la mobilità delle persone, con delle interessanti prospettive anche per capire la diffusione delle epidemie;
- abbiamo visto che il distanziamento, nonostante i vaccini, rappresenta ancora lo strumento fondamentale per prevenire la propagazione di Covid-19;
- le nostre pubbliche amministrazioni sebbene incoraggino, sembrano non favorire la diffusione dello SPID.
E proprio questa ultima notizia si aggancia ad una nuovissima di questa settimana.
Quale?
Vediamola insieme!
L’unione Europea ha proposto uno SPID unico riconosciuto da tutte le amministrazioni pubbliche
Attenzione attenzione!
Lo SPID sta assumendo sempre più rilevanza in Italia. Ci semplifica la vita per ciò che riguarda la richiesta di specifici servizi presso la PA ed è fondamentale per scaricare il famoso green pass vaccinale.
Già solo per queste ragioni è vantaggioso per ciascuno avere una propria identità digitale. Ma non solo, i vantaggi sembrano essere ancora di più.
L’UE intende rendere lo SPID obbligatorio per tutti i Paesi membri. LO SPID dunque non varrà solo nel nostro Paese, ma sarà utilizzabile in tutta Europa. Qualsiasi cittadino o impresa che intenda utilizzare l’identità digitale in Europa potrà farlo ed accedere a tutti i servizi digitali pubblici e privati dell’Unione Europea.
Sembra un ottimo incentivo!
E se la tecnologia non fosse del tutto sostenibile?
Il dato è abbastanza sconcertante, soprattutto se relazionato all’aumento di rifiuti elettronici (21% in 5 anni) che si è registrato negli ultimi anni.
Il 57% degli intervistati inoltre non conosce l’impronta di carbonio della propria azienda. Un dato importante se pensiamo che solo nel 2019 sono state prodotte oltre 56 tonnellate di rifiuti IT.
Lo studio afferma infine che le aziende virtuose oltre a fare bene all’ambiente fanno bene anche a loro stesse, in termini di rientri economici, customer satisfaction e risparmio di imposte.
Quindi, rispettare l’ambiente è davvero conveniente per tutti!
Dati sensibili per il bene comune. Sì, ma fino a che punto?
Il cortometraggio della durata di 18 minuti mette in evidenza il difficile compromesso tra l’utilizzo delle informazioni sensibili e strettamente personali e il diritto alla privacy.
Il tema risulta particolarmente rilevante anche alla luce del necessario tracciamento per mitigare la diffusione della pandemia di Covid-19.
Sin da subito è infatti risultato evidente quanto fosse necessario avere più informazioni possibili sugli spostamenti delle persone per minimizzare la diffusione del virus.
La tutela della privacy è tuttavia un tema altrettanto caldo ed attenzionato. Si tratta di scelte non facili e di non immediata risoluzione, che meritano dunque una attenta ponderazione.
E voi che ne pensate?