Vi siete mai chiesti come lavora davvero un’azienda?
Come nasce e si sviluppa un progetto?
Parliamo sempre di dati, di cosa significhi prendere decisioni data-driven, di quanto i dati siano fondamentali in azienda, ma ancor di più di quanto è cruciale la capacità di leggerli.
Ma noi di IWS Consulting come mettiamo in pratica questi valori?
Vi raccontiamo come nasce un’idea e come si trasforma in una forte sinergia tra collaboratori. Vi vogliamo raccontare un nostro progetto: come nasce, come si sviluppa e cresce nel tempo e come non si conclude.
Non ci siamo sbagliati! Abbiamo proprio scritto che non si conclude.
Quindi vi abbiamo già anticipato una parte fondamentale del nostro processo: i nostri partner troveranno sempre la porta aperta.
Vogliamo essere disponibili, migliorare e crescere insieme, e quindi no, i progetti non si concludono. Piuttosto evolvono.
Come nasce l’idea? Ecco ci risiamo, di nuovo loro: i dati!
La scorsa settimana abbiamo lanciato un post che anticipasse il racconto un progetto che ci sta particolarmente a cuore.
L’idea è nata da un’esigenza piuttosto semplice: colmare una mancanza di dati. Un importante gruppo farmaceutico si è accorto infatti che in Italia non ci sono molti dati circa lo stato dei pazienti e l’evoluzione dell’epatite C.
L’organizzazione mondiale della sanità stima che ci siano nel mondo circa 71 milioni di persone affette da epatite C cronica, maggiormente distribuite nella regione del mediterraneo centrale e dell’Europa.
Le stime più recenti, ci informano che in Italia ci sono circa 200 mila persone attualmente in trattamento per epatite C con farmaci anti-virali.
Ma effettivamente mancano dati aggiornati ed ufficiali, per una mancanza di screening adeguati che rendano possibili diagnosi puntuali e quindi cure efficienti.
Qui è entrato in gioco il team Analytics di IWS Consulting. Si tratta di un progetto sfidante e soprattutto guidato da una ottima motivazione: migliorare le stime in campo per mirare a migliorare il servizio di cura al cittadino.
Cosa fare?
Una volta chiara la domanda di ricerca e quindi l’obiettivo da raggiungere ci siamo rimboccati le maniche!
Anzitutto ci siamo formati ed informati. Il primo step è sempre leggere tutto il possibile sul tema, vedere quali sono i dati a disposizione, quali le fonti, a quando risale l’ultimo aggiornamento e soprattutto quali metodi di raccolta dati sono stati attuati.
In secondo luogo, con i dati a disposizione e dopo aver effettuato una bella e corposa rassegna della letteratura scientifica in merito, abbiamo disegnato ed implementato un modello matematico-probabilistico che stimasse la popolazione, asintomatica e sintomatica, affetta da epatite C.
E per fare sì che le stime fossero puntuali e specifiche abbiamo tenuto conto di numerosi fattori. Il modello infatti stima il numero delle persone affette da epatite C in Italia, tenendo conto di numerose variabili. Qualche esempio? L’età della popolazione, la distribuzione degli affetti nelle varie regioni italiane, la mobilità interna e verso l’estero delle persone, differenziando i pazienti anche per lo stato di cronicità della malattia e per le vie di trasmissione.
In conclusione, abbiamo stimato un modello dettagliato che offrisse un quadro più realistico possibile dell’epatite C in Italia.
A cosa serve?
L’obiettivo finale di questo studio, oltre ad avere in generale un quadro d’insieme più chiaro dell’evoluzione dell’epatite C, è quello di formare ed informare gli operatori sanitari sul territorio.
I dati che abbiamo stimato (sempre, ricordiamoci a partire da altri dati esistenti, modelli e letteratura scientifica!!) sono stati trasferiti su un software di visualizzazione interattiva, per permettere una fruizione facile ed intuitiva agli operatori sul campo.
Perché vi abbiamo detto che il progetto non si è concluso?
Si tratta di un lavoro importante, che ha avuto ed ha tuttora delle ricadute reali sul benessere delle persone e dei cittadini e per questo non si conclude mai. Si perfeziona! Siamo quindi felici di migliorarci e crescere insieme ai nostri partner, con la volontà di soddisfare i loro bisogni.
La collaborazione scientifica e umana tra gruppi di lavoro e professionisti con formazioni molto diverse tra loro ha dato vita ad un progetto importante, che ha degli effetti concreti in campo medico sanitario.
E questo è il vero valore aggiunto del nostro lavoro!