I dati possono essere fondamentali per la diffusione di informazioni puntuali e quindi per una buona ed efficace comunicazione pubblica. La scorsa settimana ci siamo interrogati sull’esaustività dei dati e sulla completezza delle informazioni.
Abbiamo detto che i dati non sono neutri e che deve essere tenuto in considerazione cosa stiamo rappresentando con questi e soprattutto cosa stiamo lasciando fuori.
Certamente, nell’epoca data-driven i dati, la loro raccolta e diffusione hanno un ruolo fondamentale.
Ce lo ricorda anche la quattordicesima edizione della Conferenza Nazionale di statistica, conclusasi da pochi giorni, spazio di incontro e condivisione tra i protagonisti del sistema statistico nazionale.
Il tema della conferenza
La conferenza ha come obiettivo quello di mettere a fuoco le prospettive di sviluppo e il ruolo della statistica ufficiale, avendo in mente soprattutto il tema della ripartenza, a cui la conferenza è stata dedicata.
A latere, ovviamente sono stati discussi anche i temi oggi dominanti nel dibattito pubblico:
- La sostenibilità;
- L’inclusione;
- Il ruolo della statistica come base imprescindibile per la definizione delle politiche pubbliche;
- Il monitoraggio della loro efficacia.
Andiamo a vedere nel dettaglio il ruolo dell’informazione pubblica e della comunicazione dei dati e delle informazioni, grazie all’intervento “Comunicazione pubblica, fra esigenze informative e infodemia” nell’ambito della conferenza.
I dati per combattere l’infodemia
Ma anzitutto che cos’è l’infodemia? Ci aiuta a rispondere il vocabolario Treccani con la definizione puntuale: “circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili“.
Ed eccoci qui al grande tema sul piatto: l’accuratezza delle informazioni, la verifica delle fonti e l’oggettività dei dati.
Partendo dall’assunto che l’accordo sociale su alcuni temi scientifici sembra costituire la base per evitare una frammentazione sociale e civile, Marco Ferrazzoli, Capo Ufficio Stampa del Centro Nazionale delle ricerche, precisa che il dato racconta una verità “provvisoria”.
I dati raccontano una verità che è tale fino a prova contraria, ribadendo dunque la crucialità delle informazioni puntuali, ma anche la necessità di guardare alla complessità del dato.
Il ruolo della comunicazione
In questo senso la comunicazione, al pari della statistica, assume un ruolo fondamentale.
Nell’ultimo periodo, in particolare con la pandemia, abbiamo visto come figure professionali diverse dal ruolo di comunicatore, siano diventati i veri protagonisti della comunicazione.
I media hanno infatti lasciato grande spazio ai virologi, ai medici e ricercatori, tutte figure assolutamente autorevoli in ambito medico e scientifico. Tuttavia c’è da domandarsi se siano anche comunicatori efficaci.
Indubbiamente anche su questo aspetto è possibile lavorare e migliorarsi: la comunicazione è ampliamente mutata rispetto al passato. I giornali cartacei, più statici, hanno lasciato lo spazio ad una dimensione digitale che prevede anche una interazione più immediata con il pubblico.
Esistono oggi nuovi strumenti di comunicazione, stiamo parlando del data journalism e delle tecniche di storytelling della pubblica amministrazione. Siamo in una nuova fase di comunicazione, fatta di maggiore dinamismo ed interattività con il pubblico.
Ma allora i dati sono utili?
La risposta è affermativa. Nessuna smentita sulla crucialità dei dati, ma ancora una sottolineatura sull’importanza di comprenderne i limiti. E soprattutto di utilizzare in maniera efficace e più nuova il ruolo della comunicazione.
Questa infatti, può rafforzare il valore dei dati. Come ha affermato Ferrazzoli, non si combatte l’infodemia a suon di numeri, ma se ne evita il rischio proprio con le informazioni complete e quindi con la comunicazione efficace.
La comunicazione pubblica, insieme alla statistica, ha assunto dunque un ruolo di leva per la buona informazione e per contribuire a costruire una cittadinanza consapevole.