Curiosi di scoprire i nuovi trend demografici del nostro Paese? Ci aiuta anche questa volta il Rapporto Annuale elaborato dall’ISTAT.
Il capitolo 2 infatti ci parla dell’impatto della pandemia sulla nostra demografia: nascite, morti, matrimoni e flussi migratori.
La scorsa settimana avevamo già visto gli effetti del Covid-19 sul capitale umano, soffermandoci in particolare sull’istruzione e sull’ingresso nel mercato del lavoro per i giovani.
Vediamo cosa ci dice il report!
Nuovo record negativo di nascite
Eh sì, il 2020 ha segnato un ulteriore calo delle nascite, registrando poco più di 404.000 nuovi nati.
La pandemia, tuttavia, in questo caso sembra aver avuto un effetto limitato., quantomeno in termini temporali. Infatti, i primi 10 mesi del 2020 si sono caratterizzati per aver registrato un calo di nascite del 2,7% rispetto al 2019 e assolutamente in linea con il trend degli anni passati. La situazione è piuttosto peggiorata negli ultimi mesi del 2020, da novembre a dicembre, registrando una diminuzione di nascite più profonda.
Probabilmente per questi ultimi due mesi la pandemia ha prodotto un effetto più marcato: il clima di incertezza diffuso, i lockdown e le frequenti chiusure possono aver influito sulla scelta di rinviare il concepimento.
Il 2020 nel complesso, dunque, ha registrato un calo del 3,8% rispetto al 2019 e di quasi il 30% rispetto al 2008, anno recente con più nascite.
La buona notizia è che già a marzo 2021 si è registrato un parziale recupero, sono infatti aumentate le nascite da genitori non coniugati, madri con un alto livello di istruzione nella fascia d’età 35-44.
Matrimoni in calo, ma anche divorzi e separazioni
Secondo l’ISTAT il calo dei matrimoni ha delle conseguenze sul numero dei nuovi nati. Ed infatti, l’Istituto ha calcolato che dal calo dei matrimoni conseguono circa 34.000 nascite in meno.
Sarebbero oltre 70.000 i nati attesi se la pandemia non ci avesse colpito, se ne attendono invece poco più della metà .
E quindi, sì, anche i matrimoni hanno registrato un calo notevole, basti pensare che si sono celebrati 87.000 matrimoni in meno rispetto al 2019.
La diminuzione è stata più profonda per quel che riguarda le celebrazioni religiose, mentre meno colpiti i matrimoni con rito civile. Questi ultimi hanno addirittura registrato un aumento rispetto al 2019, passando dal 53% delle celebrazione al 70%.
In calo anche divorzi e separazioni, si è registrato infatti il 60% in meno di quelli consensuali e circa il 45% di quelli giudiziari.
Le difficoltà burocratiche in tempi di pandemia hanno evidentemente avuto un effetto deterrente su questo tipo di pratiche.
L’eccesso di mortalità e la riduzione della speranza di vita
Il 2020 ha registrato quasi 750.000 decessi, oltre 100.000 in più rispetto alla media del quinquennio 2015-2019. In particolare l’eccesso di mortalità è spiegato al 76% da persone con oltre 80 anni anni di età e al 20% da persone con età compresa tra i 65 e i 79 anni.
Le regioni che hanno subito aumenti significativi dei decessi sono state quelle del Nord Italia, le più colpite dalla diffusione del Covid-19: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Provincia autonoma di Trento.
La regione Lazio rappresenta invece un caso particolare, è infatti l’unica regione in controtendenza rispetto al quinquennio precedente, registrando un tasso di mortalità leggermente inferiore.
Il Covid-19 ha portato un calo drastico della speranza di vita, in media e quindi senza distinzione di genere ci sono 1,2 anni in meno rispetto al 2019. Siamo così arretrati al valore misurato nel 2012.
I flussi migratori
Anche i flussi migratori hanno registrato una forte diminuzione dovuta principalmente alle restrizioni di movimento adottate come misura mitigatrice della pandemia.
Il mese di aprile del 2020 ha segnato un minimo rispetto ai mesi precedenti: la mobilità residenziale si è ridotta del 64%, mentre le iscrizioni dall’estero sono calate del 75% e le cancellazioni per l’estero del 62%.
Ad ottobre, ed in corrispondenza dell’allentamento delle misure restrittive, si è registrato un ritorno ai livelli precedenti la pandemia. Nel 2021, con l’arrivo di nuove misure, i flussi hanno ricominciato a comprimersi ma in maniera più limitata.
Le misure messe in atto dal Governo hanno una influenza importante sugli spostamenti delle persone.
Lo stato demografico dell’Italia: in conclusione
La pandemia ha indubbiamente acuito alcuni trend demografici che vedevano la popolazione italiana in costante calo.
In particolare l’eccesso di mortalità ha accelerato la tendenza al declino ed infatti nel 2020 si è registrata una popolazione residente inferiore di quasi 400.000 unità rispetto all’anno precedente.