Continua la nostra lettura del BES, il rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile proposta dall’ISTAT.
Ma perché ci interessa così tanto?
Beh, la risposta è semplice. Il BES ci fornisce degli indicatori che ci aiutano a valutare il progresso della nostra società, non solo dal punto di vista economico. Grazie al BES abbiamo una visione a tutto tondo dell’Italia e integriamo all’aspetto economico, anche l’aspetto sociale ed ambientale.
Le scorse volte abbiamo letto insieme i capitoli dedicati ad Innovazione e Creatività e sul Benessere Soggettivo.
Oggi ci dedichiamo alla sezione dedicata all’Ambiente, un tema fondamentale per l’Italia e per tutto il mondo.
Siamo preoccupati degli effetti del cambiamento climatico?
La risposta è sì!
La preoccupazione legata agli effetti del cambiamento climatico è diffusa su tutto il territorio nazionale ed ha conosciuto una crescita sensibile negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2015 il 58,7% di italiani si dichiarava preoccupato per il cambiamento climatico, percentuale che negli ultimi due anni è cresciuta arrivando al 70%.
Giovani ed anziani esprimono lo stesso livello di preoccupazione, mentre una differenza sensibile si registra per il livello di istruzione. La quota di persone con un titolo medio-alto è maggiormente preoccupata degli effetti del cambiamento climatico.
E per la perdita di biodiversità?
è in aumento anche la percentuale di popolazione che si dichiara preoccupata per la perdita di biodiversità in Italia. Nonostante ci sia questo incremento e quindi un aumento di consapevolezza da parte della popolazione circa i rischi di perdere biodiversità marina e terrestre, la percentuale di territorio nazionale dichiarata area protetta è solo del 21%. Il dato più scoraggiante è che tale percentuale è rimasta invariata dal 2012.
Il Mezzogiorno conta la maggior parte di superficie protetta, con Abruzzo e Campania con percentuali superiori al 35% ciascuna.
La disponibilità di verde pubblico nelle città è di 32,8 metri quadrati per abitante. Tuttavia, la distribuzione non è equa e addirittura in alcune città non si raggiunge il minimo di 9 metri quadri per abitante previsto per legge.
L’Italia e il rischio idro-geologico
Il 13% della popolazione italiana vive in una zona a rischio idro-geologico. L’Italia per le sue caratteristiche geo-morfologiche è un Paese che presenta rischi idro-geologici diffusi capillarmente su tutto il territorio nazionale.
L’azione umana, chiaramente, peggiora la situazione. La cementificazione, la mancata manutenzione dei corsi d’acqua, gli interventi scriteriati e senza adeguata ponderazione delle conseguenze su cave e fiumi, la mancanza di colture eco-sostenibili, sono alcune delle pratiche che aumentano il rischio.
La popolazione in Italia che è maggiormente esposta ai rischi idro-geologici è quella residente nel Nord, le cui regioni maggiormente a rischio sono Emilia-Romagna, Liguria e Valle D’Aosta.
Attenzione: perdita d’acqua!
La percentuale (sconvolgente!) di perdita d’acqua giornaliera per abitante è del 42%.
Che significa?
La rete idrica territoriale mette a disposizione 371 litri di acqua potabile al giorno per abitante, di questi ne perdiamo ben 156!
Si tratta di una perdita davvero ingente. A peggiorare il quadro, inoltre, la perdita per abitante è addirittura aumentata negli ultimi anni: passando dal 41% al 42%.
Ciò indica una grave falla nell’efficienza dell’infrastruttura idrica.
Gas serra ed emissioni di Co2 e rifiuti urbani
Risulta stabile la produzione di gas serra ed emissioni di Co2 in Italia.
Una lenta flessione cominciata nel 2008 che vede la produzione passare da 7,5 tonnellate di Co2 equivalente alle attuali 7,1. Le famiglie maggiormente contribuiscono alle emissioni di Co2 con i consumi domestici e con l’uso di mezzi privati.
Si registra una sostanziale stazionarietà anche per quello che riguarda i rifiuti domestici.
Buonissime notizie invece sul fronte delle energie rinnovabili. La quota dei consumi di energia elettrica generata da fonti energetiche rinnovabili mostra un trend in crescita, raggiungendo nel 2020 valori superiori al 37%.
Abbiamo visto insieme una panoramica della situazione ambientale in Italia, e ci lasciamo fortunatamente con una notizia incoraggiante.
Certamente ci aspetta ancora molto lavoro per la tutela dell’ambiente, ma già averne consapevolezza è un ottimo inizio.